Lungimiranza di Benedetto XVI: no alla Turchia in Europa, sì ad Israele.

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Cinque anni ormai separano dalla fine del pontificato di Benedetto XVI, 28 febbraio 2013, ma gl’anni ne hanno confermato le valutazioni, specie riguardo il Medio Oriente e la rivoluzionarietà delle concezioni rispetto all’ebraismo. “La Turchia moderna è stata sì fondata da Ataturk come Stato laico ma le sue radici affondano profondamente nell’Islam…” è una delle considerazioni fatte a suo tempo già dal Card. Joseph Ratzinger. L’ascesa di Tayp Erdogan e la sua politica ne sono la più palese dimostrazione, con la reistituzione dello Stato religioso. Come suo solito, l’analisi di Joseph Ratzinger, già nel 2004 a Velletri, è profonda, puntuale, perfettamente centrata e lungimirante: “Contrapposta all’Europa cristiana era la Turchia, meglio l’Impero Ottomano. Dire che era in contrapposizione non è certo una condanna, poiché

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anche all’interno dell’Europa cristiana non mancavano i conflitti sanguinosi:è però un fatto storico. I due mondi avevano impostazioni culturali molto diverse. E, per passare all’oggi, se è vero che Kemal Ataturk ha formato una Turchia laica, i suoi fondamenti restavano islamici. Analogamente è successo con l’Europa, somma di Stati laici, ma costruiti – anche se oggi lo negano – su fondamenti cristiani. I nostri mondi culturali sono diversi e, con tutto il rispetto che si può e si deve avere per l’altro, sarebbe antistorico ed anche contro l’anima di questi due mondi pensare di unirli solo per ragioni economiche. Sarebbe un errore grande ridurre la vita umana, il corpo sociale, alle logiche del commercio internazionale. Le identità culturali vanno valorizzate. Il continente europeo ha una sua anima cristiana; e la Turchia, che non è l’Impero Ottomano nella sua estensione ma ne costituisce pur sempre il nucleo centrale, ha un’altra

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anima, naturalmente da rispettare. L’Europa dovrebbe intrattenere ottime relazioni in tutti i campi con la Turchia. E la Turchia dovrebbe formare un suo continente culturale con il mondo arabo: oggi però le tensioni tra le parti sono tali da rendere difficile questo. Però, con gli elementi europei in essa presenti e l’anima islamica nativa, la Turchia potrebbe fare da ponte tra Europa e mondo arabo. Con grande vantaggio per tutti…” Totalmente diversa la realtà per il rapporto con Israele. L’Europa infatti nasce dalla confluenza delle cultura greca, del diritto romano e del giudaismo. E, su questa confluenza la posizione di Ratzinger ha una novità decisa che di lui ha fatto il Papa più vicino all’ebraismo: a) colloca Chiesa e Israele su due piani distinti ma non separati; b) si fonda su un testo troppo spesso dimenticato ovvero i capitoli 9 – 11 della Lettera ai romani. Questo consente di presentare positivamente il giudaismo senza introdurre

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modi di procedere sociologici nel dibattito teologico e consente di superare definitivamente la teologia della “sostituzione” ovvero la concezione per cui la Chiesa, nuovo popolo subentrava all’antico. La nuova visione ratzingeriana consente così di guardare al giudaismo vivente non solo come realtà che bisogna onorare ma di più, come una grazia incomparabile per la stessa fede cristiana. Insomma, Gerusalemme, insieme ad Atene e Roma appartiene all’anima dell’Europa, alle sue radici, ma anche alle sue prospettive, mentre Ankara appartiene al mondo islamico pur essendo un vicino dell’Europa.

francesco latteri scholten.

Lungimiranza di Benedetto XVI: no alla Turchia in Europa, sì ad Israele.ultima modifica: 2018-02-11T11:30:51+01:00da frala89
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